Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
29 agosto 2011

Sciopero calciatori 2011: fallo da ultimo uomo contro i tifosi e espulsione diretta

E' la seconda volta che, nella storia calcistica italiana, i giocatori proclamano lo sciopero. Era già avvenuto nel 1996 quando la protesta era montata contro le società morose e avverso la sentenza Bosman. Oggi la causa è diversa, una ridiscussione generale dell'accordo collettivo*, l'effetto uguale: non si è disputata la prima partita di campionato e, domenica prossima, si rischia il bis. 

La scelta dei calciatori di scioperare, in un momento storico come quello attuale e in concomitanza con una manovra finanziaria che chiede pesanti sacrifici per i bilanci delle famiglie italiane è da considerarsi un vero e proprio pugno nello stomaco dei tifosi, un fallo da ultimo uomo e da sanzionare con l'espulsione diretta. Viziati, strapagati con stipendi da sei zeri che corrispondono quando va bene al redditto medio di una vita per un italiano, si indignano e si permettono di "incrociare le gambe" esclusivamente perchè vedrebbero ridimensionati dei diritti che, in fin dei conti (vedasi al fondo del pezzo le richieste di modifica), sarebbero in gran parte di buon senso visto i molti scansafatiche che sgambettano sui campi italiani con tanto di scarpette di platino.

La ciliegina sulla torta è arrivata con le dichiarazioni farneticandi di Cofferati, ex segretario generale della Cgil, che ha difeso con aprezza dall'alto della sua faziosità di sinistra (forte con i deboli, prono con i potenti) la scelta dei giocatori "è un loro dovere difendere dei propri sacrosanti diritti". La verità è che, nella confusione attuale delle forze politiche e favorendo il vento di maestrale che spira prepotente contro Berlusconi, l'importante per qualsiasi esponente del Pd, Cofferati incluso, è sostenere il contrario di quanto affermato dal centrodestra, sempre e comunque: anche laddove si rischia di cadere nel ridicolo. E Cofferati è caduto nel ridicolo: ponendosi al fianco di una 'casta', forse l'ultima ancora in grado di far sognare gli italiani.

In ultima analisi merita un capitolo a parte, la questione di chi debba farsi carico del contributo di solidarietà previsto dalla manovra finanziaria. La richiesta da parte dei calciatori che a pagare siano le società è totalmente priva di senso soprattutto per alcuni personaggi che ricavano dalla propria "solidarietà pelosa" verso il terzo mondo un bel credito d'immagine. Ora che per una volta potrebbero metterla in mostra nei confronti del proprio Paese fanno i riottosi, attribuendo ad altri il dovere di solidarizzare. Una vera e propria vergogna che ci consegna un mondo del calcio ancora più finto delle partite vendute di calciopoli2.

L'autogol resterà impresso nella memoria dei tifosi? Forse per qualche giornata: ci sarà qualche striscione e poi tutto verrà rifagocitato dal mondo dello show bussiness. Diverso sarebbe se gli italiani avessero un singulto di dignità e tutti insieme chiedesse indietro alle società calcistiche i soldi degli abbonamenti per la Stagione 2011/2012.  Allora sì sarei curioso di vedere se, almeno per una volta, il mondo del calcio italiano non sarebbe in grado di tornare istantaneamente con i piedi per terra.

di Marco Fontana

  

* Ecco le richieste di modifica del Contratto Collettivo dei Calciatori 2011:

 

  1. Contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B;
  2. Professionalità al 100%. Secondo la Lega il calciatore deve fare solo il calciatore, per l’Aic è libero di svolgere un’altra professione durante il tempo libero;
  3. Il comportamento dev’essere rigido ed eticamente irreprensibile per la Lega anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, mentre per l’Aic i calciatori devono essere liberi di fare quello che vogliono durante il tempo libero;
  4. Le terapie fisiche devono rimanere circoscritte allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono (come già avviene con gli specialisti come Martens che cura i più grandi campioni di qualsiasi club);
  5. Le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club in modo automatico, per l’Aic invece bisogna sempre rimettersi alla decisione del collegio arbitrale. Inoltre l’Aic vuole avere mano libera nelle sanzioni ai propri calciatori, svincolandole dall’ingaggio (attualmente non si può superare il 30% dello stipendio);
  6. Il presidente del collegio arbitrale dev’essere scelto esternamente dalla Lega; tramite sorteggio interno dall’Aic;
  7. Per la Lega un allenatore può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic i calciatori devono invece stare tutti uniti;
  8. Il punto più dibattuto è l’ultimo, quello dei trasferimenti. Per la Lega un calciatore non può rifiutare il trasferimento ad un club dello stesso livello di quello in cui si trova attualmente e che gli garantisca lo stesso stipendio, se il suo club di appartenenza si accorda per la vendita del cartellino. In caso di rifiuto, il contratto si intende rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte del calciatore che ammonta al 50% del suo stipendio. L’Aic si oppone totalmente a quest’iniziativa.

 


 

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