Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
31 agosto 2011

Fassino firma contro il "Porcellum", io non firmo convitamente

Ha aspettato alcuni giorni il sindaco di Torino Piero Fassino prima di esporsi in prima persona e aderire al referendum per l'abolizione dell'attuale legge elettorale, il cosiddetto 'Porcellum'. Alla fine però questa mattina ha ceduto e si è accodato all'armata brancaleone delle sinistre che da alcuni giorni a questa parte non sapendo con chi prendersela, visti i vani tentativi di continue spallate all'esecutivo nazionale tramutatisi in leggeri buffetti, punta ora il dito sulle regole della competizione elettorale.

Una scelta peraltro per nulla coraggiosa visto che conta su quel cambiamento di vento proclamato da Bersani, (anche su manifesti peraltro di cattivo gusto N.d.R.) in seguito agli ultimi risultati elettorali e referendari. Il dramma è che un partito con ambizioni di governo si affidi alla consultazione popolare piuttosto che incidere seriamente in Parlamento e nel Paese. Una forza politica che ormai, incapace di qualsiasi proposta alternativa, si affida esclusivamente alle aule dei tribunali amministrativi e alle urne referendarie per segnare qualche punto a suo favore neanche fossimi in una dittatura. Ricordo, infatti, per dovere di cronaca che Prodi ha governato per ben due anni e il 'Porcellum' lo poteva modificare tranquillamente.

Io convintamente non firmerò per l'abolizione di questa legge e sicuramente non mi recherò a votare l'eventuale referendum se mai raccoglierà il numero adeguato di adesioni per essere accettato dalla Corte Costituzionale. In primo luogo perchè non vedo dove i referendari vogliano andare a parare. La legge attuale ha garantito la governabilità garantendo al governo di centrodestra di poter contare su un numero significativo di seggi e concedendo a Prodi di vegetare per ben due anni contando sui senatori a vita. Allora perchè cambiarla? Questa è una legge proporzionale che ha semplificato la politica (non quella di palazzo alla Fini e alla Lombardo) portando ad avere cinque, sei formazioni politiche: quello che hanno sempre domandato i cittadini. Quindi non vedo le ragioni per abrogarla. Peraltro l'unica modifica sensata sarebbe quella di introdurre le preferenze, ma il referendum essendo abrogativo in Italia non può prevederlo: chiunque da oggi in avanti sostenga che serve a questo racconta l'ennesima bugia.  Ancor peggio se si andasse verso un sistema maggioritario, magari con doppio turno alla francese: sistema elettorale sempre piaciuto a D'Alema. Dio ce ne scampi con l'abitudine che hanno i cittadini di non recarsi alle urne nei turni di ballottaggio. Ulteriori costi per una legittimazione pari allo zero.

Infine penso che sia veramente ridicolo che con l'avvento della Seconda Repubblica si voti per la quarta volta un referendum sulla legge elettorale. I referendum hanno un costo e come tali devono essere usati con parsimonia, preferibilmente dalla società civile, e non dai partiti per sopperire al fatto di essere in opposizione. Fassino ha perso un'altra buona occasione per dimostrarsi il sindaco di tutti i cittadini: è un primo cittadino protocomunista e lo resterà fino al termine del suo mandato.  

di Marco Fontana

 

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