Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
15 gennaio 2017

Italia a rischio attentati: l’Islam moderato cosa fa?

Non è la prima volta che gli integralisti islamici invitano a colpire l'Italia.

Già nel 2016 l'Europol aveva inserito il nostro Paese, insieme con il Belgio, la Francia e il Regno Unito, nel ventaglio degli Stati che l'Isis voleva attaccare con un attentato terroristico. Non giunge quindi inaspettata l'incitazione, denunciata sul portale americano SITE a seguito della pubblicazione da parte dello Stato islamico attraverso un canale Telegram considerato vicino ad esso, a tutti i "lupi solitari" presenti in Italia per colpire la nostra popolazione utilizzando come arma anche i veicoli. Una modalità che ben conosciamo, visti i recenti eccidi di Barcellona e Nizza; inoltre, come nel caso degli attacchi avvenuti ad Orlando, Magnanville e Würzburg, l'Isis sembra non partecipare direttamente alla pianificazione logistica e finanziaria, rendendo in questo modo parecchio più complicato il lavoro di prevenzione da parte dell'intelligence.

Fino ad oggi comunque l'Italia non è stata mai toccata, probabilmente per pura fortuna o forse perché attraverso i porti italiani transitano decine di "foreign fighters" europei verso Siria e Iraq, o magari anche grazie a quella strategia di prevenzione e intelligence e strategia legislativa di cui va fiero il ministro degli Esteri Alfano. Il vento potrebbe tuttavia mutare realmente. Già nel dicembre del 2016 un video jihadista, sottotitolato in italiano, aveva come protagonista l'Italia in qualità di futuro obiettivo da abbattere. Si trattava di un video di istruzioni ad attentati da realizzare proprio attraverso l'utilizzo di un'autovettura o di mezzi pesanti o con un'arma bianca. In queste ore sono inoltre giunte minacce anche a Papa Francesco: Faremo vendetta e saremo a Roma, ha tuonato in video un estremista islamico filippino. 

Quello che preoccupa è che nell'ultimo anno le minacce verso il nostro Paese si stanno intensificando sempre più, sintomo di un integralismo islamico che vorrebbe riempire con l'Italia la casella del sangue versato dai civili europei.

Sì, non si può scorgere sinceramente un'altra ragione che non sia quella dimostrativa. L'Italia, infatti, in questo decennio pare interessata a tutto fuorché a una politica estera che abbia peso e incisività. Negli affari mediorientali lo Stivale ha una rilevanza geopolitica prossima allo zero. Persino in Libia, dove l'influenza diplomatica era sempre stata forte, i governi Renzi e Gentiloni hanno preso ceffoni pesanti dalla Francia, complici anche gli interessi dei petrolieri nostrani. E anche sul fronte del Vaticano l'attuale Papa non sembra sicuramente un leader che ambisca a forti ingerenze sulle altre confessioni, anzi molti lo accusano di eccessiva apertura e cedevolezza verso le altre religioni. Insomma, se mai un attacco avvenisse in Italia non sarebbe certamente spinto da motivazioni di ritorsione per una presenza ingombrante negli interessi del Medioriente. Avrebbe invece l'esclusiva e aberrante finalità di aggiungere un'altra bandierina rosso sangue sulla mappa dell'Europa attaccata. 

E allora che viene spontaneo domandarsi se siamo realmente di fronte a uno scontro tra civiltà, come affermano alcuni opinionisti: forse questa lotta poteva anche essere definità così almeno fino a qualche anno fa, ma la nuova direzione introdotta dall'Isis con l'incitamento all'odio dei lupi solitari ha cambiato le regole del gioco. Ora tutto è lasciato ai più bassi e bestiali istinti, che sembrano portare la guerra civile in casa di un'Europa che per decenni ha accolto milioni di persone provenienti dai Paesi arabi e africani forse per lavarsi la coscienza sporcata dalle guerre economiche condotte nelle aree ex coloniali…

In quest'ottica preoccupa come l'Islam che si definisce moderato non riesca a estirpare dal proprio interno chi mina la sua stessa credibilità. Chi tende a porre distinguo, secondo la trita litania del politically correct, dovrebbe rileggersi la storia di Abdelbaki Es Satty, imam di Tangeri, che a Ripoll sui Pirenei pare aver instradato decine di giovani al terrorismo e all'integralismo. In apparenza sembrava un individuo moderato, mentre ora viene additato come uno dei possibili ideatori degli attentati di Barcellona e Cambrils. Il terrorismo non potrà mai essere sconfitto senza l'aiuto di quell'Islam che si definisce moderato: ecco dunque che gli attentati che si stanno moltiplicando in Europa pongono coloro che sono di religione islamica di fronte ad un bivio, o lottare contro i fratelli che imbracciano le armi o comprendere che verranno presto o tardi accomunati a questi ultimi anche da coloro che oggi cercano di distinguere con molta sensibilità tra moderati ed estremisti.

di Marco Fontana - Sputnik Italia

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