Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
05 settembre 2011

Deroga all'articolo 18: ottimo ma la priorità è occuparsi di chi specula sulla precarietà

La modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non deve spaventare. E questo perchè è una norma che non prevede nessun altro Paese europeo, a dispetto di chi tra i sindacati e i partiti politici lo definisce "baluardo a difesa della libertà e della dignità della persona nel luogo di lavoro", ma soprattutto trattandosi di una facoltà di deroga concessa dai sindacati ai quali spetta l'assenso. Una soluzione, quest'ultima, da considerarsi ben più morbida rispetto al 2001, quando i cambiamenti dell'articolo 18 che prevedevano un risarcimento pecuniario del lavoratore licenziato senza giusta causa, erano diventati il campo di battaglia tra destra e sinistre+Cgil finendo con una inspiegabile retromarcia del Governo.

Oggi la tutela dell'articolo 18 è meramente aleatoria (tranne che per i dipendenti pubblici N.d.R.), soprattutto a seguito della precarizzazione del lavoro partita con la riforma Treu (governo di Centrosinistra) e proseguita con quella Biagi (centrodestra). Ogni giorno si osservano casi di lavoratori che tranquillamente vengono licenziati senza giusta causa in barba alle belle parole spese nello Statuto. D'altra parte come non notare che spesso al datore di lavoro, soprattutto privato, basta inviare tre richiami, anche basati sul nulla, per poter licenziare il lavoratore con tanto di benedizione giudiziaria.

Non preoccupa quindi l'accordo raggiunto sull'argomento tra Governo e Cisl e Uil, piuttosto lascia perplessi che a questa scelta non segua l'introduzione di un bilanciamento nei confronti dei lavoratori stessi: cioè controlli serrati verso quelle imprese che utilizzano con sempre maggiore frequenza la flessibilità e le forme di avviamento dei contratti di lavoro per non assumere a tempo indeterminato. Una realtà quella della precarietà che sta letteralmente mettendo in ginocchio le future generazioni e i valori dei quali dovrebbero essere portatori.

In un momento di crisi quale quello attuale sarebbe stato salutato sicuramente in modo favorevole un intervento a favore della stabilizzazione dei precari. Anche solo un debole segnale come quello rappresentato da una verifica puntuale delle ragioni delle mancate traformazioni di contratti di tirocinio, apprendistato e a tempo determinato in stabili tempi indeterminati, magari gestita dai Centri per l'Impiego. Il Governo invece ha scelto una strada in salita che indirettamente contribuirà a legittimare le ragioni dello sciopero generale di Cgil: uno sciopero che fino ad oggi non aveva alcuna base logica, anzi si poteva tramutare in un boomerang per gli 'irresponsabili' organizzatori.

di Marco Fontana

 

 

 

 

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