Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
05 settembre 2011

Edicola: "Le Regioni fanno le barricate e non vogliono tagli ma sono una casta da un miliardo di euro"

Roma Millecentoottantatre consiglieri regionali per venti regioni (e due sottospecie, le province autonome di Trento e Bolzano), poco più di tutti i parlamentari nazionali ed europei (1.032). Troppi persino secondo un sindacato, la Uil, che in uno studio sul personale politico in Italia rileva: «Nel 2010 il solo costo per il funzionamento dei consigli e giunte Regionali è stato di circa 1,2 miliardi di euro». Solo la Sicilia, caso limite, ne ha 90 (la California ha 30 parlamentari locali in più, ma 37milioni di abitanti). Chi vince tra la Casta romana e la Casta regionale? La partita è dura. Si rinfacciano sprechi e privilegi, e la manovra sforbicia-enti è stata il guanto di sfida ai governatori. Che lamentano: così ci sarà meno sanità, meno sicurezza, meno servizi.

Però qualcuno potrebbe anche ricordare i 75 mila euro spesi in Veneto per uno studio sullo «sviluppo del turismo congressuale verso forme di organizzazione e gestione evolute», i 10 mila euro in Toscana per una consulenza «in materia di procedure di acquisto di beni di rappresentanza», 192 mila euro in Campania per un «team di animatrici di pari opportunità». O i 6mila euro spesi dalla giunta del Lazio (gestione Marrazzo) per le tazzine di caffè degli assessori. O peggio, i 19mila dipendenti della Regione Sicilia, costo media 43mila euro l’anno. Non è un caso se, secondo la Cgia di Mestre, le Regioni abbiano aumentato le spese, fra il 2001 e il 2008, del 47,7 per cento.

Le Regioni si contendono vari record. La Sicilia è prima in diverse discipline. Il numero di consiglieri, come detto. Lo stipendio del presidente (l’attuale è Raffaele Lombardo), che ha un netto di 10.293,77 euro più 3800 euro di rimborsi (più del doppio del governatore dello Stato di New York, che guadagna 10.612 euro ma lordi). Va bene anche il Molise, che governa 319mila anime, ma ha un’indennità tra le più alte per i suoi consiglieri regionali (circa 10mila euro netti) e in proporzione il più alto numero di dipendenti: 2,79 ogni mille abitanti contro lo 0,39 in Lombardia, lo 0,59 del Veneto. Ogni mese gli stipendi dei consiglieri regionali italiani valgono 8.281.000 euro, netti.

Nel Lazio - ha scritto il Corriere della Sera - c’è il record di commissioni consiliari: 20 (sono 8 in Lombardia, che ha il doppio degli abitanti). Le commissioni della Regione amministrata da Renata Polverini costano 7 milioni l’anno e ogni presidente di commissione aggiunge mille euro ai 10 mila netti che percepisce ogni mese. I vicepresidenti, 38, aggiungono 700 euro al mese. «Nel Lazio 71 consiglieri, 20 commissioni, 17 gruppi consiliari (8 dei quali composti da un solo eletto) sono costati, secondo il bilancio dello scorso anno, 131 milioni 406 mila euro, con una crescita, rispetto all’anno precedente, di 15 milioni». La Regione Lazio ha un record anche in campo «vitalizi» (senza scordare le «indennità di fine mandato», una trentina di migliaia di euro come base). Per andare in pensione basta aver fatto per cinque anni il consigliere regionale e avere 50 anni (si avrà diritto al 30 per cento dello stipendio base). Sedici milioni di euro il costo di 220 vitalizi nel 2010 per il bilancio del Lazio. Se la batte con la Puglia, che garantisce il 40% dello stipendio con 5 anni di lavoro, ma solo aspettando di aver compiuto 60 anni. Non per insistere sulla Polverini, ma anche sulla spesa sanitaria la Pisana ha una maglia che dà sul nero (3349 euro la spesa pro capite, contro i 1665 del Veneto).

Grandi costi, grande lavoro? Mica tanto. Sergio Rizzo ha raccontato che dal marzo 2010 a quest’estate il consiglio regionale della Calabria si è riunito 20 volte in tutto. Nemmeno molto peggio dell’Emilia Romagna, con 23 sedute in un anno e passa. Mentre la Provincia autonoma di Bolzano ha tenuto l’ultima sessione d’aula del consiglio a metà luglio e ha segnato la successiva il 13 settembre: due mesi di vacanza pieni. Le Regioni autonome sono un tasto dolentissimo dei conti pubblici italiani. In tutte le Regioni a statuto speciale il bollo dell’auto si paga meno perché senza imposta regionale. In Valle d’Aosta ogni residente ha diritto a 800 litri di benzina esentasse, mentre a Trieste i prezzi sono agganciati alla Slovenia e i carburanti scontati. Gli insegnanti a Trento e Bolzano sono pagati il 30% in più. Come mai? Grazie all’indennità bilinguismo. E così via. Sfrondare le Regioni? C’è una giungla che aspetta.

da IL GIORNALE di Paolo Bracalini

 

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