Marco Fontana
Circoscrizione 12
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
16 giugno 2014

Putin piace agli italiani

All’annuale cena dei corrispondenti, il presidente americano Obama ha pronunciato un’infelice battuta: Il Nobel a Putin? oggi lo danno a tutti… È stato l’ennesimo pretesto per esprimere un’opinione negativa su un esponente politico che, a dispetto della propaganda statunitense, sta facendo breccia in un segmento sempre più vasto dei cittadini italiani. Putin piace, e piace la sua politica. Di certo non a tutti, ma a tanti: addirittura in controtendenza rispetto alla storia degli elettori di centrodestra, che mai avrebbero immaginato di morire filorussi.

Sarà perché l’italiano medio non ne può più della politica attendista del Belpaese, ma Putin è più ammirato e popolare. Il leader russo sta risultando simpatico anche a un quotidiano di seconda linea – tale è secondo l’establishment intellettuale radical chic – come Il Secolo XIX, sulle cui pagine troviamo un commento illuminante: Perché, diciamolo una volta per tutte, non se ne può più di questo u-ni-co-pen-sie-ro secondo il quale mister Obama è bello, buono, intelligente e democratico, mentre il piccolo Zar è brutto, sporco, cattivo e ignorante. Non ci crede più nessuno alla vulgata dell’orso russo che fagocita popoli inermi. La Crimea sta a dimostrarlo. L’autodeterminazione non è una bestemmia. Come prima per Berlino. E prima ancora per Danzica. Sull’Internet italiano, poi, esistono persino gruppi che raccolgono tutti gli articoli sulle iniziative del Presidente russo, probabilmente stufi delle comunicazioni a senso unico che arrivano dai centri di informazione euroatlantici.

La Voce della Russia ha parlato con Cristiano Puglisi, fondatore di un club di Forza Italia dedicato a Vladimir Putin. Una scelta forte che merita attenzione.

- Quali ragioni vi hanno spinto a formare un gruppo dedicato a un leader straniero?

- È stata una scelta molto precisa. Certamente sapevamo che ci sarebbe stata una forte attenzione mediatica e che ci avrebbero guardato con sospetto. La verità è che volevamo lanciare un segnale al mondo del centrodestra: è ora di un cambiamento di rotta. La contrapposizione tra gli schieramenti storici delle destre e delle sinistre è superata. Se un tempo si aggirava lo spettro del comunismo, e lo si poteva agitare, oggi dobbiamo batterci contro il nuovo mostro creato da alcuni poteri forti europei e statunitensi: quello della sedimentazione di un pensiero unico.

- Che cosa si intende per pensiero unico?

- Da un lato esiste il portato del liberismo spinto alle estreme conseguenze. Un’idea che ha mostrato il suo fallimento, sconfitta dal contributo quotidiano dei cittadini italiani ed europei. È inaccettabile che settori strategici dell’Italia vengano svenduti a privati e che lo Stato sia visto come fonte di tutti i mali. Alcuni Paesi non hanno fatto questa scelta e vivono bene, come la Russia. Dall’altro c’è una componente culturale: Putin rappresenta l’unico e ultimo baluardo contro la negazione delle tradizioni locali religiose; un simbolo per la conservazione della sovranità popolare. La Russia ha dimostrato che si può essere nazione nel senso più alto del termine. Da qui nasce la nostra simpatia per Putin, un leader che fa del senso pratico e del decisionismo la sua missione principale.

- Praticamente state bocciando il pensiero filoamericano.

- Noi non siamo l’America multiculturale. Gli europei e gli italiani hanno radici forti. Il fattore geopolitico non deve precludere l’apertura verso est. Siamo molto legati storicamente al mondo euroasiatico. L’Europa può e deve includere la Russia.

- Appartenete a un partito da sempre amico di Putin. Quale strada percorrerete per rafforzare queste affinità?

- Stiamo lavorando sull’argomento. Auspichiamo che Forza Italia abbia più coraggio, come ha dimostrato il leader della Lega Salvini. Negli anni, Berlusconi ha fatto molto per avvicinare l’Europa all’est. E ha pagato un prezzo salatissimo. Viviamo in un sistema che schiaccia chiunque voglia uscire dalle regole. Le dichiarazioni di autorevoli esponenti statunitensi sul complotto nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio lo hanno dimostrato. Forza Italia deve combattere nel nostro Paese, con la medesima forza e convinzione, le battaglie economiche e culturali che oggi Putin sta affrontando e che smuovono i cuori di molti russi. E Putin comunque non è l’unico esempio: anche l’Ungheria è un Paese da cui imparare politicamente.

- Questo vuol dire chiedere a Forza Italia un cambio di passo epocale.

- Viviamo in un’economia di guerra indotta da pochi centri di potere: quindi anche il partito necessita di un cambio di rotta, di un segnale shock all’elettorato. E non parlo delle primarie, ma dell’uscita dal Partito Popolare Europeo: una formazione che in questi anni ha sostenuto tutti quei dogmi che hanno condotto alla distruzione dell’economia italiana e che ha penalizzato Forza Italia. Rimanerci è un paradosso. Già, qualcuno ci accuserà di populismo, ma è davvero populismo preoccuparsi di come faremo a pagare il fiscal compact?

- Come ha reagito la cittadinanza?

- Le nostre riunioni sono aperte. Partecipano in tanti, anche cittadini di origine russa. Stiamo progettando eventi culturali che promuovano le nostre idee per il partito. Organizzeremo convegni e stiamo cercando ospiti internazionali che spieghino che esistono Paesi che ce la fanno. I più attenti sono i giovani, che hanno maggiore accesso rispetto ai più anziani alla comunicazione non tradizionale: l’esempio per eccelleza è rappresentato dal vostro sito. Quotidiani come Corriere e Repubblica dipingono la Russia come una dittatura nazista, ed è difficile spiegare che la realtà è ben diversa e che oggi tifare per la rottura dei rapporti con la Russia è un suicidio. Ma quando porti loro i fatti, la gente si interessa e inizia a capire che c’è un mondo tutto da scoprire al di fuori del pensiero unico delle élite comunitarie.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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