Marco Fontana
Circoscrizione 12
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
15 ottobre 2016

Notizie manipolate e voglia di Guerra Fredda

Guardando quello che l'Occidente fa e dice negli ultimi mesi, non si può che constatare il suo bisogno fortissimo di trovare un nemico da dare in pasto ai cittadini per sviare l'attenzione dai fallimenti delle politiche promosse negli Stati Uniti e nell'Unione Europea.

Sono evidenti la mancanza di razionalità e la grottesca persistenza nell'atteggiamento di provocazione tenuto verso la Russia. L'ultima perla l'ha regalata il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson: Se la Russia continua sulla strada in cui è oggi, corre il pericolo di diventare uno Stato paria.

La pesante frase si riferiva alla convinzione inglese che il convoglio umanitario diretto ad Aleppo sia stato attaccato proprio dai russi. Johnson ne è talmente convinto che ha persino invocato manifestazioni fuori dall'ambasciata russa. La battagliera presa di posizione del Ministro è stata ammorbidita solo dai vertici dell'organizzazione pacifista "Stop the War". Chris Nineham, portavoce di Jeremy Corbyn, il fondatore della stessa, ha rimandato al mittente le accuse: "Il focus sulle atrocità russe in Siria tenta di spostare l'attenzione da altre atrocità in atto. Studi indipendenti dicono che ci sono molte vittime civili a causa dei bombardamenti della coalizione guidata dagli americani, ma non c'è molta attenzione per questi morti".

Nineham fa una constatazione tanto semplice quanto profonda: la propaganda contro la Russia è in corso e torna utile ai governanti europei e americani. Scorrendo ogni giorno la stampa "mainstream", vi si possono rintracciare gli insegnamenti del sociologo statunitense Robert Ezra Park, quando affermava: "La cosiddetta opinione pubblica è generalmente niente più che un semplice impulso collettivo che può essere manipolato dagli slogan. Il giornalismo moderno, che dovrebbe istruire e dirigere l'opinione pubblica riportando e discutendo gli eventi, solitamente si sta rivelando come un semplice meccanismo per controllare l'attenzione della collettività. L'opinione che si viene a formare in questa maniera ha una forma logicamente simile al giudizio derivato da una percezione irriflessiva: l'opinione si forma direttamente e simultaneamente alla ricezione dell'informazione".

E così alcune notizie vengono puntualmente enfatizzate e ripetute, magari ritoccate per adattarle ai propri scopi. Un altro sociologo americano, Edward Ross, spiegava poi le modalità per costruire la propaganda: "La presenza non è essenziale per la suggestione della massa. Il contatto mentale non è più vincolato dalla prossimità fisica. I nostri espedienti annullano lo spazio, rendono uno shock quasi simultaneo. Un vasto pubblico condivide la stessa rabbia, allarmi, entusiasmi e orrori. Quindi, quando una parte della massa viene a conoscenza dei sentimenti della restante parte, le sensazioni si generalizzano e si intensificano".

Le immagini della una bimba di 8 anni ferita che piange e invoca il papà mentre viene curata, dopo essere sfuggita a un ipotetico raid delle forze russo-siriane, potrebbero essere state create a tavolino per provocare una reazione dell'opinione pubblica, oppure potrebbero essere vere, ma collegate a un bombardamento delle forze alleate "amiche". Non sarebbe la prima volta che nel conflitto siriano i media occidentali utilizzano i bambini: pensiamo al povero Omran di tre anni, seduto su un'ambulanza coperto di polvere e dallo sguardo spento.

Il giornalista francese Thierry Meyssan descrive bene il metodo: "All'inizio della guerra, il Qatar voleva dimostrare che la Repubblica, lungi dal servire l'interesse generale, disprezzava il Popolo. La petro-dittatura ha allora trasmesso sulla sua catena televisiva Al-Jazeera la leggenda dei bambini di Deraa, torturati dalla polizia. Per illustrare la crudeltà del suo avversario, il Qatar precisava che erano state loro strappate le unghie. Naturalmente, nonostante le proprie ricerche, nessun giornalista ha trovato traccia alcuna di questi bambini. La BBC ha pur trasmesso l'intervista con due di loro, ma avevano ancora le unghie. Siccome il mito era inverificabile, il Qatar ha poi lanciato una nuova storia: quella di un bambino, Hamza Ali Al-Khateeb (13 anni), che sarebbe stato torturato e castrato dalla polizia del "regime". Questa volta si disponeva un'immagine probante. Tutti potevano vedere un corpo senza sesso. Peccato! L'autopsia dimostrava che il corpo era stato conservato male, che si era fermentato e gonfiato. Il ventre nascondeva il sesso del bambino, che stava ancora lì".

Ormai è comune a molti lettori il fastidio provocato da coloro che bollano come complottismo i legittimi sospetti. Non si possono più nemmeno fare domande o sollevare dubbi, anche quando con opportuno tempismo rispetto a certe scadenze elettorali spuntano le immagini dei bombardamenti russi sugli ospedali. Può essere che capiti una o due volte per errore, ma o la Russia è masochista o i professionisti della propaganda le vogliono attribuire colpe che non ha.

Ogni santo giorno ci viene cantata sempre la stessa canzone, composta senza quel controllo alla fonte che sarebbe doveroso quando si fa del vero giornalismo. Noi non vediamo alcuna prova veritiera delle malefatte russe che possa legittimare un'escalation contro l'unica nazione che si è davvero impegnata nella lotta al terrorismo islamico. Ma i nostri governanti credono che ci sia abbastanza materiale video (che peraltro può essere ben confezionato in qualunque parte del globo) per riportare le lancette indietro nel tempo alla Guerra Fredda. Esiste un'insostenibile voglia di scontro da parte degli USA e forse anche dell'UE, perché nei momenti in cui l'opinione pubblica è più distratta si possono approvare le peggiori limitazioni alle libertà individuali senza che nessuno protesti troppo: e la prima vittima si chiama verità storica.

di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia

 

 

 

 
 
 
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