Marco Fontana
Circoscrizione 12
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
24 ottobre 2016

Perbenismo e ipocrisia al governo degli USA

La campagna elettorale americana sta diventando sempre più interessante perché mostra, a chi vuole vedere, con chi si troverà veramente a che fare il resto del mondo dopo le votazioni di novembre.
 
Ricapitoliamo quello che sta accadendo negli States: Trump rischia di perdere a causa di frasi sessiste, o forse anche di comportamenti tali, ma solo forse, perché non vi è nulla di provato da una sentenza di tribunale. L'unica cosa certa — a meno di credere alle testimonianze spuntate come funghi casualmente nelle ultime settimane prima del voto — è un video del 2005 in cui il magnate newyorkese parla con un celebre presentatore, Billy Bush, apostrofando il gentil sesso in modo poco elegante. Da quelle immagini non esce un'immagine edificante per un candidato alla Casa Bianca, ma non vi è una gravità che giustifichi un fuoco di fila mediatico che non si ricordava dai tempi di Nixon.
 
Questa attenzione morbosa verso le abitudini sessuali di Donald Trump stride con lo scarso interesse dimostrato dagli stessi giornali verso i punti oscuri della sua avversaria Hilary Clinton. E pensare che di argomenti ce ne sarebbero parecchi sull'ex segretario di Stato americano, propiziato dal dossieraggio della stampa amica che ora fa leva soprattutto sul voto delle donne. Il noto analista Nate Silver ha calcolato che se votassero solo le donne la Clinton vincerebbe aggiudicandosi 458 delegati su 538. Secondo i sondaggisti del Wall Street Journal, Hillary avrebbe ottimizzato la macchina del fango scatenata su Trump riportando un proprio vantaggio siderale considerando solo il voto femminile.

Ma siamo proprio sicuri che Hillary veda le donne in un modo diverso e migliore da come le vede Trump? Quando era una giovane avvocatessa rampante in Arkansas difese Thomas Alfred Taylor, un uomo di 41 anni accusato di aver stuprato una dodicenne e poi risultato colpevole. A smontare il quadro che Hillary vuol dare di sè come di difensore delle donne ci pensa la vittima di Taylor, che oggi, ormai cinquantaduenne, afferma: Hillary Clinton mi ha trascinato all'inferno. Infatti usò tutto il cinismo di cui disponeva e provò qualunque strada pur di far vincere il suo cliente stupratore, alla faccia dei diritti delle donne. E possiamo aggiungere la vicenda scabrosa del marito, nota a tutti, quella del Presidente sporcaccione che chiedeva (e otteneva) sesso orale dalle stagiste nello Studio Ovale e che poi spergiurava e negava i fatti di fronte alla nazione. E' questa la donna che le americane vorrebbero premiare? Ma soprattutto i media americani possono tranquillamente sorvolare su questi scandali, concentrandosi invece su frasi e battutine che non dimostrano nulla? Anche i giornali italiani sono schierati da una parte e tacciono le porcherie (non sessuali, ma finanziarie) della fondazione di famiglia dei Clinton, che riceve denaro da governi stranieri e forse conduce affari con Paesi islamici radicali che hanno un concetto di donna poco superiore a quello di schiava. Questa situazione non meriterebbe forse l'approfondimento di qualche giornalista di rango, di quelli che scrivono sui quotidiani "autorevoli"?
 
Forse bisognava porre a Hillary domande su questi intrecci pericolosi, invece di lasciarle campo aperto per i suoi show demagogici. Infine l'idea di donna che ha veramente la Clinton è confermata dal prezioso appoggio concessole della cantante Madonna, che sobriamente promette una fellatio a chi voterà l'ex First Lady. Non ci risulta che Hillary abbia preso le distanze dall'aiuto offertole dalla popstar. Fanno troppo comodo i voti dei suoi fan!

In questa competizione elettorale stiamo apprezzando la disgustosa realtà che prospera negli Stati Uniti. Gli ultimi dibattiti hanno offerto solo gossip e insinuazioni, sparate arroganti e minacce da saloon, quasi che gli americani siano rimasti imprigionati mentalmente all'epoca del Far West. Nessun giornalista ha provato a riportare ordine nel dibattito: sembrano quasi tutti asserviti a un'idea del mondo perbenista e ipocrita, che la rete ha reso globale. I due candidati sono lo specchio dei difetti della società americana e nessun opinionista ha chiesto loro conto dei modelli trasmettono ai propri figli e ai giovani in generale. Ma nella loro pericolosa presunzione gli USA credono di dover esportare nel mondo tutto quello che li caratterizza, non importa se pregi o difetti, non importa se con l'esercito o con la propaganda mediatica.
 
di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia

 
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