Le proposte concrete del candidato repubblicano Ramaswamy sull’Ucraina

Uno dei candidati alle primarie repubblicane per le prossime presidenziali è l’imprenditore Vivek Ramaswamy. Nato a Cincinnati da genitori indiani, finora è l’unico ad aver sottoposto all’attenzione degli elettori una bozza di piano di pace per l’Ucraina. Forse proprio per questo motivo, alcuni donatori gli hanno voltato le spalle, come lui stesso ammette.

Tuttavia, insiste nel chiedere di mettere fine al conflitto, perché secondo lui proseguirlo non rientra negli interessi strategici degli USA. Anzi, la sua conclusione anche senza una vittoria di Kiev porterebbe a Washington diversi benefici sul teatro europeo e su quello globale. E invece gli altri candidati, soprattutto i falchi alla Pence o i populisti alla DeSantis, si tengono sul vago o si limitano ai consueti slogan sulla vittoria della democrazia e dei valori occidentali.

Ramaswamy si basa sull’analisi della situazione sul campo e vede la necessità di riconoscere alla Russia la sua legittima sfera di influenza, oltre a doverle dare garanzie di sicurezza. Proprio per quest’ultimo motivo, la NATO deve impegnarsi a non prendere l’Ucraina come nuovo membro dell’Alleanza.

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